“Grazie al Sinpref riesco a vivere quotidianamente lo spirito di corpo connaturato alla carriera prefettizia. Il confronto di idee, la condivisione di obiettivi e la pianificazione di strategie comuni sono i punti di forza del Sinpref che consentono di stabilire e mantenere vivo un legame sincero e profondo con i colleghi, anche a notevole distanza tra le sedi ove si svolge l’incarico dirigenziale. Le “battaglie sindacali” vengono poi alimentate, previa discussione con i membri dell’associazione, in occasione di incontri ricchi di contenuti e che rappresentano un’ulteriore occasione di incontro e di stimolo alla riflessione con gli stessi. Con il Sinpref, è certo che non si rimane soli!”
Federico Malavasi
Viceprefetto aggiunto“Nel mio percorso professionale ho sempre seguito con interesse le vicende dell’Amministrazione, constatando come fosse indispensabile, ma non sempre riscontrabile, un ruolo di impulso delle organizzazioni sindacali verso l’Amministrazione e di coinvolgimento degli appartenenti alla categoria. Ho potuto constatare, nel corso degli ultimi anni, come il Sinpref abbia invece seguito una linea di assoluto spessore sviluppando in pieno il concetto della partecipazione, grazie: alle iniziative di formazione; alla rappresentanza sindacale; all’assistenza, anche legale, in favore degli iscritti; alla disponibilità costante di colleghi preparati, in distacco sindacale, dediti a risolvere ogni possibile criticità; al ruolo di impulso sempre propositivo nei confronti dell’Amministrazione”.
Francesco Piano
Viceprefetto“Il lavoro nelle Prefetture richiede equilibrio e capacità di discernimento delle numerose questioni che ogni giorno il territorio sottopone all’Ufficio Territoriale del Governo. La poliedricità e la complessità del nostro ruolo si sono accentuate per effetto della pandemia, durante la quale ho potuto saggiare l’espressione più autentica del SINPREF, ovvero la capacità di fare rete, di unire i lembi estremi d’Italia, animato dalla vocazione di far convergere l’umanità del corpo prefettizio di cui siamo parte. In sintesi, il SINPREF, nella visione comune di un corpo unito e compatto, è punto fermo e saldo di congiunzione tra le esigenze primarie dell’Amministrazione e la necessità di non svilire le aspirazioni dei suoi funzionari, consentendo di lavorare con passione e dedizione per l’Amministrazione e per la collettività!”
Monica Vaccaro
Viceprefetto aggiuntoSono Giulia Calabrese, Viceprefetto aggiunto in servizio presso la Prefettura di Verona e delegato Sinpref. Ho sempre trovato un pronto e completo riscontro nei colleghi del sindacato con i quali ho spesso avuto modo di confrontarmi apertamente in merito a questioni sia pratiche sia interpretative. Il Sinpref è una realtà presente, costantemente attiva anche nell'ambito della formazione e interessata alle esigenze della carriera in un frangente non semplice, caratterizzato da uffici con un sempre minor numero di personale. Sono questi i principali motivi per cui mi sono iscritta al Sinpref e, attualmente, rivesto il ruolo di referente sindacale sul territorio.
Giulia Calabrese
Viceprefetto aggiuntoLa collaborazione tra il SINPREF e il SNDMAE, unico Sindacato rappresentativo della Carriera diplomatica, è di lunga data a testimonianza delle profonde affinità che ci accomunano. Non a caso, nel 2007 organizzammo insieme, il convegno dell’hotel Quirinale sulle Alte professionalità dell’amministrazione pubblica ricevendo l’Alto Patronato del Presidenza della Repubblica. "L’efficacia dell’azione pubblica nel rappresentare e servire lo Stato è da sempre al centro dell’attività del SNDMAE, istituito nell’estate del 1944 come reazione alle violazioni dei diritti effettuate dal fascismo anche sulla Carriera diplomatica. Affini sono in particolare le tematiche affrontate dalle nostre organizzazioni. Esse vanno oggi dai problemi di risorse, sia umane che finanziarie, a quelli normativi che parimenti incidono sul funzionamento della nostra attività istituzionale e quindi sul lavoro dei nostri iscritti; ma il nucleo centrale della terzietà e del funzionamento delle istituzioni democratiche resta nel cuore delle nostre rispettive anime sindacali e associative."
Francesco Saverio De Luigi
Presidente SNDMAE – Sindacato Nazionale Dipendenti Ministero Affari Esteri"Essere iscritto al Sinpref rappresenta senza dubbio un valore aggiunto che consente di realizzare, attraverso lo scambio di reciproche esperienze con i colleghi, un arricchimento professionale. É un privilegio poter partecipare alla “mission” propria del Sinpref, la cui azione costituisce l’impulso a cooperare in un impegno unitario mirato al raggiungimento degli obiettivi e degli interessi della categoria a cui apparteniamo, senza dimenticare che il motore che anima la nostra azione è quello di essere sempre al servizio della Repubblica, delle Istituzioni e dei cittadini. La condivisione di problemi, di difficoltà, di dubbi, lo scambio di proposte e critiche costruttive costituisce l’essenza dell’associazione di cui facciamo parte. La bellezza e la peculiarità del nostro ruolo è dovuta al fatto che, ogni giorno, con rinnovato entusiasmo, siamo chiamati ad affrontare nuove situazioni, nuove sfide per le quali occorre reperire - attingendo al bagaglio della nostra esperienza ed all’esempio dei colleghi più anziani e dei nostri superiori, e muovendosi entro i confini normativi - le soluzioni migliori e più efficaci. In questa ricerca, dagli esiti non sempre immediati e diretti, il Sinpref si è sempre rivelato un utile consigliere, un fidato punto di riferimento, un luogo di ascolto nonché una fonte illuminante e sapiente di indicazioni."
Roberto Caiati
Viceprefetto"Quando entrai nella carriera prefettizia nel lontano 1979 riscontrai quasi subito la presenza di una doppia realtà decisamente contraddittoria e consistente, da un lato, nell’individualismo notevolmente esasperato che alimentava una forte competitività legata alle aspettative di progressione in carriera e, dall’altro contrapposto lato, una certa predisposizione a trasformare l’esperienza lavorativa anche in un’occasione di crescita dell’aspetto relazionale e di confronto tra i funzionari prefettizi che costituivano il nucleo dirigente di una amministrazione come l’ Interno strategica sul piano politico ed ordinamentale. Questa discrasia determinava il sussistere di una conseguenza, incidente sia rispetto all’immagine complessiva dell’amministrazione sia in riferimento al suo concreto porsi nel quadro della generale attività della P.A. e del suo concepire il rapporto con le altre istituzioni e con i cittadini in quanto si avvertiva da parte tanto dell’opinione pubblica quanto dei protagonisti dell’attività amministrativa e burocratica del dicastero una reciproca diffidenza e distacco dovuti al contrasto tra la vocazione propria del suo apparato finalizzata a garantire l’esercizio dei diritti civili e costituzionali e la carenza del pieno riconoscimento di tali diritti nell’ambito del corpo prefettorale. Tuttavia potevo constatare, tramite l’esperienza dell’ ANFACI cui aderii quasi subito dopo il mio ingresso in carriera, che era presente e viva in tanti colleghi la stessa esigenza da me avvertita di uniformare la cultura interna della carriera all’azione di tutela propria dell’amministrazione. Tuttavia avvertivo come l’esperienza dell’ANFACI, pur benemerita, non era però sufficiente a dare quella radicale spinta innovativa che era richiesta quale assoluta necessità per rendere l’attività ministeriale più incisiva e più adeguata rispetto ai tempi attraverso un cambiamento dei modelli di comportamento di tutti i vertici ministeriali di livello più o meno elevato. Ho rammentato poco fa la presenza dell’ANFACI per la semplice ragione che proprio da colleghi aderenti ad essa nacque la spinta per costituire il SINPREF, il quale nacque proprio per recepire integralmente queste esigenze e per contribuire, attraverso la costituzione di un organismo sindacale di tutela, alla difesa dei diritti interni alla categoria. Furono quelli giorni esaltanti anche se tutt’altro che facili perché si trattava di mettere in discussione le tradizionali modalità di gestione del potere amministrativo esercitato dai vertici più elevati nonché quello di selezione dei funzionari ai fini della loro promozione e del conseguente avanzamento di carriera. Accanto a questo aspetto proprio della prima organizzazione sindacale dei funzionari prefettizi si poneva la problematica concernente la qualità ed i contenuti della professionalità prefettizia alla luce della Costituzione repubblicana. Al riguardo, non casuale dopo la costituzione del SINPREF fu il riconoscimento della specialità e dirigenzialità della carriera prefettizia, normativamente sancite con D.Lvo 19/05/2000, nr. 139. Questo rilevantissimo successo, ottenuto dal SINPREF, si deve, oltre che per l’incisività nell’azione sindacale, anche allo sviluppo, all’interno del sodalizio, di un approfondito dibattito circa gli accennati ed essenziali profili della carriera, ricettiva di un sistema di valori suoi propri, dati dalla lealtà istituzionale, dalla fedeltà ai principi costituzionali, dalla imparzialità dell’esercizio di funzioni assai delicate quali, ad esempio, la garanzia della sicurezza ed dell’incolumità pubbliche nonché dall’assicurare, nello svolgimento delle funzioni commissariali presso gli enti locali, una gestione neutra e priva di condizionamenti partitici. In questo contesto si poneva il recepimento, determinante per me come per tanti colleghi, di un contenuto etico da attribuire alla carriera, sintetizzabile nell’esempio offerto da Sant’ Ambrogio patrono del corpo prefettorale. Da qui nasce, come può agevolmente riscontrarsi, la tipicità del SINPREF, impegnato non solo a difendere, come giusto, gli interessi economici della carriera, ma anche a tutelarne la sua immagine in riferimento alle sue qualità e caratteristiche operative abitualmente esercitate sia alle strategiche funzioni svolte tempestivamente in frangenti emergenziali. Concludo ricordando con affetto tutti i colleghi fondatori e quelli iscritti al sindacato nonché due nomi in particolare che sono stati i miei privilegiati punti di riferimento e sono quelli dei prefetti Carlo Mosca e Claudio Palomba."